Straordinario evento di fede, cultura e storia il 16 marzo prossimo a Sciacca , alle ore 17, nella Chiesa di San Nicolò La Latina: “La storia delle Sacre Spine” al centro di un convengo con interventi di autorevoli personalità. L’evento offerto con il patrocinio del comune, organizzato dall’Unità pastorale delle Chiese di San Michele e Santa Caterina, ove operano don Giuseppe Calandra e Don Pasqualino Barone, con la collaborazione di MUDIA (Polo espositivo della Chiesa madre di Sciacca ) è atto a far conoscere maggiormente e più diffusamente l’ interessante, incredibile storia dei “ preziosi frammenti sacri, tra le più pregevoli reliquie della Chiesa Universale” che nel mondo intero pochissime città possono vantare … “tra cui si annovera Sciacca, – scrive Vincenzo Mandracchia nel suo libro “Sciacca e le Sacre Spine” pubblicato nel 2012 da Edizioni Semina Verbi di Agrigento. – … Questa reliquia consiste in alcune schegge conficcate sul capo di Gesù Cristo durante la sua passione e morte: vale a dire due Spine Sante. Una di queste è cosparsa del sangue di Gesù”. Il convegno sarà aperto dal sindaco di Sciacca dott. Fabio Termine, e a seguire interverranno il vaticanista Michelangelo Nasca, lo storico Pino Mortillaro, l’Ispettore onorario ai Beni Architettonici Pippo Cattano e il Maestro musicista Alfonso Di Rosa. Si concluderà con la proiezione del docufilm scritto e diretto da Vincenzo Mandracchia. “Questa reliquia ha una grande storia – sottolinea Padre Pasqualino Barone – senza nulla togliere alle altre, le Sacre Spine di Sciacca tramandano assieme alla passione e la morte di Gesù Cristo, anche la grande – straordinaria testimonianza di fede dei saccensi e dei fedeli dei d’intorni. Una testimonianza storica che risale al 31 maggio del 1386 ( festa dell’Ascensione) quando la principessa Eleonora d’Aragona insieme al marito Guglielmo le donarono alle suore del convento che avevano fondato”. Per secoli le processioni e gli eventi religiosi legati alle Sacre Spine hanno rappresentato le più importanti manifestazioni di fede anche di tutta la Val di Mazara.
Attilio L. Vinci