Il 25 novembre è una data simbolica che fa memoria alla Comunità Internazionale delle violenze perpetrate contro le donne. I fatti di cronaca, anche recenti, ci confermano che purtroppo sono ancora tante nel nostro Paese le donne uccise per mano di chi diceva di amarle. Allora ci chiediamo a cosa siano serviti i convegni, i film, i libri, le panchine rosse, le scarpe rosse. A cosa servano l’indignazione, le lacrime, le trasmissioni televisive. A cosa serva la rabbia!!!
Chiediamo a gran voce giustizia per le vittime uccise dalla violenza maschile, ma questo non basta. E non bastano il dolore e l’indignazione. Non possiamo continuare ad assistere giorno dopo giorno a questa strage silenziosa che molto spesso si consuma all’interno delle mura domestiche. La cosa che ancor più ci angoscia è constatare come la cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione sta crescendo anche fra i più giovani.
Non sarà sufficiente aumentare leggi e punizioni che intervengono a violenze già compiute ma servono educazione e consapevolezza. C’è la convinzione che per fermare e sconfiggere la violenza ci sia bisogno di uno sforzo comune da parte di tutte le agenzie educative, dalla famiglia alla scuola, dalle istituzioni politiche a quelle amministrative e governative. C’è la consapevolezza che bisogna lavorare insieme per costruire la società “della cura” che rinuncia all’ego del proprio IO per abbracciare la bellezza dell’Amore come cultura della libertà. “L’amore vero non umilia, non picchia, non uccide”. Se non agiremo a partire dalle famiglie, dalle scuole, dalla cultura e dall’educazione per sradicare l’idea violenta e criminale del controllo e del possesso sul corpo e sulla vita delle donne, sarà sempre troppo tardi. È già nelle scuole che bisogna educare al rispetto, combattere la violenza misogina e la cultura maschilista.
E serve un’azione che veda l’impegno concreto di tutte e tutti. E allora iniziamo a parlare di consapevolezza e di rispetto di sé stessi e degli altri, di confini, di limiti, dell’accettazione dei NO. Per questi motivi noi tutte donne del Consiglio Comunale di Mazara abbiamo deciso insieme di farci carico personale di un impegno divulgativo e di contribuire anche noi a seminare piccoli semi che siamo sicure che, se ben annaffiati e curati, porteranno tanti frutti nella lotta contro la cultura della supremazia e del possesso. In tale prospettiva, vogliamo guardare anche noi al mondo della scuola per iniziare un percorso verso la reale libertà di ogni essere umano che tutti noi aneliamo raggiungere.
Decise e determinate ad abbracciare una campagna contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne, convinte che ogni cambiamento parta dall’educazione, abbiamo il piacere di regalare a tutte le scuole primarie della nostra città un testo dedicato a tutte le bambine ed ai bambini che auspichiamo i docenti e le docenti vorranno leggere in classe in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Il libro “Dai un bacio a chi vuoi tu” affronta con l’ironia e l’efficacia di un fumetto la tematica che insegna il rispetto dei confini personali tuoi e degli altri.
Francesca Calcara Arianna D’Alfio
Paola Caltagirone Isidonia Giacalone
Enza Chirco Valentina Grillo
Antonella Coronetta Stefania Marascia Ilenia Quinci